Giacomo Puccini, Epistolario, I. 1877-1896

a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling
Firenze
Leo S. Olschki

2015

ISBN: 9788822263636
XXVI-688 pp., 16 tavv. f.t. a colori, rilegato in seta

Il primo volume dell’Epistolario, pubblicato nell’Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini, contiene 784 lettere, delle quali più di 150 sono pubblicate per la prima volta. La gran parte delle altre sono presentate in nuove trascrizioni, emendate sulle fonti, o con datazioni più coerenti nei casi frequenti in cui gli autografi ne sono privi. L’insieme fotografa il ventennio più ricco di cambiamenti radicali della vita e della carriera di Giacomo Puccini. Sul piano umano documenta gli intrecci degli affetti familiari e delle amicizie giovanili, le ambizioni e le difficoltà nel sostenerle, le scelte esistenziali coraggiose. Sul piano professionale illustra la fase finale degli studi e quella della maturazione artistica, da Le Villi e dall’Edgar al primo successo indiscusso di Manon Lescaut e alla consacrazione definitiva de La bohème.
Le lettere contenute nel volume attestano anche la genesi di peculiari qualità di scrittura. All’eterogeneità dei destinatari e degli argomenti affrontati corrisponde, infatti, un’eterogeneità di toni e di stili. Toni affettuosi, amichevoli e confidenziali si alternano a toni formali, professionali e deferenti, talvolta persino untuosi. Vi si mescolano la cronaca quotidiana, la richiesta spicciola, la citazione colta o pseudo-colta, il linguaggio licenzioso e l’imprecazione – sovente nella medesima missiva – e convivono con l’esibizione di figure retoriche, coi giochi di parole, i doppi sensi, i neologismi, i nonsense e le contaminazioni linguistiche. Un’inclinazione poetica si avverte nelle frequenti rime che occhieggiano dalla prosa e si materializza nel gioco intellettuale delle lettere in versi, spesso in risposta a lettere in versi degli interlocutori. Una vena grafica spiccata traspare dal vezzo di sostituire con i disegni alcune parole chiave e dalle modalità inusuali di utilizzare lo spazio di fogli e cartoline postali.

 

Premio Illica per la musicologia 2015

Contiene 784 lettere, più di 150 pubblicate per la prima volta e la gran parte delle altre presentate in nuove trascrizioni, emendate sulle fonti, o con datazioni più coerenti nei casi frequenti in cui gli autografi ne sono privi.

L’insieme fotografa il ventennio più ricco di cambiamenti radicali della vita e della carriera di Giacomo Puccini. Sul piano umano documenta gli intrecci degli affetti familiari e delle amicizie giovanili, le ambizioni e le difficoltà nel sostenerle, le scelte esistenziali coraggiose. Sul piano professionale illustra la fase finale degli studi e quella della maturazione artistica, dalle Villi e dall’Edgar al primo successo indiscusso della Manon Lescaut e alla consacrazione definitiva della Bohème.

Attesta anche la genesi di peculiari qualità di scrittura. All’eterogeneità dei destinatari e degli argomenti affrontati, infatti, corrisponde l’eterogeneità dei toni e degli stili. Toni affettuosi, amichevoli e confidenziali si alternano a toni formali, professionali e deferenti, talvolta persino untuosi. Vi si mescolano la cronaca quotidiana, la richiesta spicciola, la citazione colta o pseudo-colta, il linguaggio licenzioso e l’imprecazione, le quali 87uiconvivono – sovente nella medesima missiva – con l’esibizione di figure retoriche, coi giochi di parole, i doppi sensi, i neologismi, i nonsense e le contaminazioni linguistiche.

Un’inclinazione poetica si avverte nelle frequenti rime che occhieggiano dalla prosa e si materializza nel gioco intellettuale delle lettere in versi, spesso in risposta a lettere in versi degli interlocutori.

Una vena grafica spiccata traspare dal vezzo di sostituire con i disegni alcune parole chiave e dalle modalità inusuali di utilizzare lo spazio di fogli e cartoline postali.